Le più antiche storie di Firenze condividono tutte la stessa fonte, a sua volta basata su leggende e mitostorie più antiche. La fonte comune esiste in due versioni, una in latino, l’altra in volgare e non è certo quale delle due sia l’archetipo. Quella latina è nota come Chronica de origine civitatis [Florentiae] ma in realtà ci è arrivata priva di titolo ed autore: il nome fu scelto dallo storico tedesco Otto Hartwig che nel 1875 ne curò la prima edizione pubblicandola in Quellen und Forschungen zur ältesten Geschichte der Stadt Florenz. La versione in volgare ha bensì un titolo – Libro fiesolano – ma anch’essa è senza autore.
A parte queste piccole differenze, la Chronica ed il Libro risalgono alla stessa epoca (fine 1100 – inizi 1200), hanno lo stesso contenuto organizzato nello stesso modo e la stessa finalità di attestare l’origine romana di Firenze e di esaurire il ruolo di Fiesole in una ascendenza mitologica destinata a dissolversi nella futura grandezza fiorentina.
La prima parte della Chronica racconta delle origini del mondo e di Fiesole attingendo a piene mani alle storie universali di Martino Polono e Mariano Scoto, alla storia romana di Paolo Diacono ed alla congiura di Catilina di Gaio Sallustio Crispo, aggiustando il tutto in maniera da creare al nascente comune fiorentino una genealogia che più antica non si può ed un fondamento ideologico alla sua prima impresa ‘imperialistica’ in conto proprio: la distruzione di Fiesole nel 1125.
Secondo la Chronica, l’origine di tutto inizia quando Atlante fonda Fiesole, prima città umana post-Diluvio, ed ivi sposa Elettra con la quale genera Italo, Dardano e Sicano. Mentre i fratelli sono impegnati in altre faccende, Dardano emigra in Frigia dove fonda Troia e genera discendenti sino a Laomedonte che ha la pessima idea di litigare con Ercole che gli distrugge Troia e si porta via la figlia Esione. Ma Priamo, figlio di Laomedonte, ricostruisce la città, sposa Ecubae genera, tra gli altri, Paride che per vendicare il rapimento della zia Esione rapisce a sua volta la moglie del re di Micene, provocando l’ira dei Greci che distruggono definitivamente Troia.
Qui entra in scena Enea – anche lui discendente diretto di Dardano e quindi troiano D.O.C. – che mette assieme un po’ di gente e di navi e va incontro al suo destino di uccidere Turno, sposare Lavinia e generare una discendenza che passando per Romolo e Remo porta la narrazione nell’Urbe mentre ne vengono scacciati Catilina ed i suoi seguaci che si rifugiano a Fiesole dove vengono raggiunti dal Console Antonio che li stermina tutti. Ma anche i soldati di Antonio vengono a loro volta sterminati dai fiesolani che, benchè alleati di Roma, li attaccano di notte facendone strage ed uccidendo anche il coraggioso centurione Florinus.
A questo punto arriva Giulio Cesare che rimette le cose a posto distruggendo Fiesole e creando una nuova città che, dopo alterne discussioni, prende il nome di Florentia in ricordo di Florinus. Da Florinus il racconto arriva direttamente a Totilache, dopo aver stabilito la sua base a Fiesole – evidentemente ricostruita dai suoi pervicaci abitanti – decapita ventimila nobili fiorentini, rade al suolo la città e se ne va a a finire i suoi giorni in Maremma. Morto il re barbaro, Firenze viene ricostruita e la Chronica chiude il cerchio narrativo ritornando alla distruzione di Fiesole con il trasferimento della sua popolazione a Firenze.
Nonostante le molte ed evidenti incongruenze ed il largo riferimento ad episodi leggendari che anche all’epoca dovevano essere poco credibili, la Chronica ed il Libro fiesolano sono stati i ‘consulenti storici’ di tutti gli scrittori fiorentini del Medioevo – Dante compreso – ed in particolare dei cronografi che vi hanno attinto a piene mani, non di rado copiandone interi capitoli e senza preoccuparsi di citarne la fonte.
Questa pratica disinvolta e generalizzata ha creato tali somiglianze tra i testi da indurre forti dubbi sull’originalità delle prime storie di Firenze ed è una delle cause della confusione storiografica che per secoli ha attribuito alla Nova cronica di Giovanni Villani il rango di copia della Storia fiorentina di Ricordano Malespini ed a questa il ruolo di ispiratrice di tutte le successive e financo della Commedia di Dante. Ma di questo argomento parleremo in un altro articolo dedicato alle storie fiorentine.
Intanto chi ha voglia di leggere trova qui destra e sotto le opere collegate alle prime cronache fiorentine. Un click per leggere e/o scaricare.
Fonti originarie.
La congiura di Catilina, e La guerra di Giugurta – G.C. Sallustio
L’Historie di Paolo Diacono seguenti à quelle d’Eutropio, de i fatti de’ romani imperatori. Nuouamente tradotte di latino in italiano – Paulus Diaconus
Chronica ad Euangelij ueritatem – Mariani Scoti
Chronicon expeditissimum, ad fidem veterum manuscriptorum codicum emendatum & auctum opera Suffridi Petri Leouardiensis Frisij – Martinus Polonus
Le cronache
Annales florentini – Ignoto
Cronica de origine civitatis – Ignoto
Il libro Fiesolano. Leggenda del buon secolo della lingua – Ignoto
Gesta florentinorum – Iudex Sanzanome
Chronica pseudo Brunetto – Ignoto
Libro di Montaperti – Uffici militari dell’esercito fiorentino
Quellen und Forschungen zur ältesten Geschichte der Stadt Florenz – Otto Hartwig
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