Con sei milioni di volumi a stampa, 25mila manoscritti, 4mila incunaboli e qualche milione di opuscoli ed opere varie, per dimensione del posseduto la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, essendo la più grande d’Italia, scompare al confronto con le Biblioteche nazionali di Inghilterra (150milioni di volumi), Russia (44milioni), Francia, Germania, Danimarca, Spagna (intorno ai 30milioni ognuna) per non parlare della Biblioteca del Congresso degli USA (oltre 160milioni), della New York Public Library (oltre 50milioni).
Ma la qualità del ‘piccolo’ patrimonio della BNCF la porta ad essere una delle principlai del mondo. E questo nonostante le ruberie di massa praticate dai Francesi durante l’occupazione napoleonica, dai Tedeschi dopo l’8 Settembre del ’43 e dalle distruzioni provocate dall’alluvione dell’Arno nel 1966.
Un patrimonio immenso, dal valore storico e culturale non quantificabile e, grazie anche al disastro del ’66 e nonostante la tradizionale penuria di mezzi che i Governi italiani da sempre destinano alle cose che non si mangiano, gestito in maniera molto attenta anche sotto l’aspetto della digitalizzazione conservativa. Settore dal quale abbiamo estratto i sette piccoli tesori che seguono.
The Pencil of Nature di William Henry Fox Talbot, edito a Londra nel 1844. BNCF, Banco Rari 22.B.3.69.
Nella copia posseduta dalla BNCF vi è la dedica autografa ed in italiano al Granduca di Toscana Leopoldo II.
The Pencil of Nature è il primo libro fotografico della storia della fotografia della quale mancò poco ad Henry Talbot per divenirne il padre. Il matematico inglese fu preceduto di poco da Louis Daguerre nella realizzazione di immagini create con la luce e nei procedimenti per renderle stabili.
La fotografia nacque ufficialmente dall’annuncio che Daguerre ne fece all’Accademia delle Scienze di Parigi il 19 Agosto del 1839. In The Pencil of Nature Henry, Talbot racconta dei suoi esperimenti nati da osservazioni fatte nei suoi viaggi in Italia e le caratteristiche tecniche di 24 dei suoi calotipi.
I Germini sopra quaranta meritrice – 1553
I Germini sopra quaranta meritrice della citta di Fiorenza, doue si contiene quattro ruffiane, le quali danno a ciascuna il trionfo, ch’e a loro conueniente. Dimostrando di ciascuna, il suo essere. Con una aggiunta nuovamente messa in questi. Opera piaceuole. BNCF, Rari Palat.E.6.7.55.I/13.
Germini o Minchiate è il nome delle 40 carte dei Tarocchi fiorentini ed è forse questa la ragione del titolo.
Albrecht Durer, Stampe – data ignota
BNCF, Banco Rari 4
Questi primi tre titoli appartengono al Banco Rari della BNCF, raccolta di preziose selezioni dai diversi fondi della Biblioteca dei secoli XIX e XX: 158 manoscritti, 58 incunaboli, 100 cinquecentine, 34 edizioni del sec. XVII, 18 edizioni del sec. XVIII, 16 del XIX, una del XX e 11 raccolte di incisioni.
I manoscritti del Banco Rari sono esclusi dalla consultazione diretta e accessibili su riproduzioni.
Francesco Petrarca, Rime e Antonio Beccari da Ferrara, Canzone per la creduta morte di F. Petrarca, manoscritto – sec.XV – BNCF, Palatino 184.
Il Fondo Palatino è il cuore della Biblioteca Palatina Lorenese, unita alla Magliabechiana nel 1861. Ne fanno parte un migliaio di manoscritti.
Benedetto Varchi, Sbozzi della Istoria Fiorentina, manoscritto – Dopo il 1543
BNCF, Fondo Nazionale II.II.138. Il volume è costituito da due codici manoscritti originariamente autonomi ma riuniti nella stessa legatura ai primi del ‘700 dal prefetto della Biblioteca Magliabechiana. Il Fondo Nazionale della BNCF fu costituito ai primi dell’Ottocento con parte dei codici magliabechiani ed altri provenienti dalle sopressioni degli Enti religiosi fatte in epoca napoleonica e leopoldina. Al momento il Fondo possiede quasi 4mila manoscritti.
Le 12 porte di Firenze nel 1860 fatte dal prof. Gaspero Bargioni
BNCF, Cappugi 606
Proverbi figurati consegnati al Serenissimo Principe Francesco Maria di Toscana – 1678
Giuseppe Maria Mitelli. BNCF, Cappugi 361.
Il Fondo Cappugi dal quale sono estratti i precedenti titoli fu creato da Tito Cappugi e ceduto alla BNCF nel 1902.