Vittorio Locchi, prima e dopo Caporetto

Vittorio Locchi a GoriziaAnche se Vittorio Locchi non ha vissuto la Rotta di Caporetto, essendo affondato al Capo Matapan otto mesi prima, il suo nome e la sua Sagra di Santa Gorizia hanno accompagnato la storia successiva della Grande guerra e sono divenuti, poi, uno dei capisaldi della propaganda fascista sino agli anni ’40.

L’utilizzo politico della vicenda militare e letteraria di Vittorio Locchi ebbe un fondamento oggettivo nella accesa militanza irredentista e militarista sua e del suo editore Cozzani, infaticabile organizzatore di letture pubbliche della Sagra di Santa Gorizia e delle altre opere del poeta figlinese. Locchi non fu fascista perchè questo movimento ancora non esisteva; probabilmente lo sarebbe divenuto oppure no ma in ogni caso il marchio gli fu impresso e fu probabile causa della sua emarginazione dalla scena culturale italiana dopo la Seconda guerra mondiale.

Alla precedente collezione delle opere di Locchi su Biblioteca Valdarnese abbiamo ora aggiunto due edizioni de La Sveglia e del Testamento del 1918 e del 1920, una de L’uragano del 1922, un epistolario curato da Diego Gartoglio e pubblicato nel 1923, l’introduzione ad una lettura pubblica della Sagra nel 1918 ed una critica letteraria della Sagra di Santa Gorizia del 1929.

Le manipolazioni politiche della figura di Vittorio Locchi hanno lasciato segni visibili anche nelle sue diverse biografie una delle quali evidentemente romanzata da Cozzani. Notizie certamente credibili si trovano nell’epistolario di Garoglio, per parte nostra ci limitiamo a ricordare i dati certi, che sono: nato a Figline Valdarno l’8 Marzo 1889, secondogenito di Vittorio (morto in una rissa prima della sua nascita) e di Maria Esaltata Bianchi. Ragioniere nel 1909, lavora a Firenze come contabile e poi a Venezia da impiegato postale. Sin da giovanissimo acceso irredentista e poi interventista, in qualità di corrispondente de l’Idea Nazionale partecipa all’inaugurazione del monumento ai Mille a Quarto organizzata da D’Annunzio il 5 maggio 1915. Volontario nella Grande guerra, presta servizio al fronte nei servizi della Posta Militare ricevendo encomi pubblici dai superiori ed una proposta di medaglia al merito mentre era in vita. Partecipa con il suo servizio alla presa di Gorizia, dopodichè chiede ed ottiene un trasferimento in zona di guerra oltremare. Muore il 15 Febbraio 1917 nel siluramento della nave che lo trasporta in Grecia.


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